Incontrare Otello Giuliodori
Pubblicato in Eventi il 19 Maggio 2010
Giovedì 27 Maggio ore 17,30
Museo Tattile Statale Omero
Il Museo Omero intende rendere un doveroso omaggio all'Uomo e all'Artista Otello Giuliodori, con un giorno di grande festa voluto per testimoniargli la gratitudine e l'affetto della sua città, Ancona.
Alla presenza del Maestro sarà proiettato un video "Otello in arte Amleto", documentario inedito di Fabio Manini sul grande artista.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. L'ingresso è gratuito.
Roberto Farroni, Presidente del Museo Omero: "Le sue figure dipinte, cariche di umanità, incisive e indimenticabili icone, e i paesaggi vibranti di materia, di luce e di colore manifestano la grande arte di un solitario protagonista del Novecento. Incontrare ora Otello Giuliodori può essere un dono prezioso e inaspettato. Nella sua intensa pittura e nella sua avvincente testimonianza, di nuovo, ritroveremo, con stupore, le intime tenerezze, le atroci distruzioni e le sofferenze mortali, le rinascite e i bagliori della ribellione, la vita e l'amore, le sensuali passioni e i sogni. Incontrare Otello Giuliodori sarà come piangere, sorridere, riconoscersi."
Il Museo Omero e la città di Ancona celebrano l'artista con la sua nostalgia di un linguaggio pittorico pieno, allora come ora, carico di suggestioni, colori, luci, ombre ed esperienze di vita.
Biografia Otello Giuliodori: pittore, restauratore, ex insegnante delle scuole medie Tommaseo e del liceo scientifico Luigi di Savoia, è un artista versatile, passato dal manierismo all'espressionismo dopo gli eventi bellici cui ha partecipato dal 1939 al 1945, pur continuando a dipingere e a esporre (Palazzo Barberini a Roma e Triennale di Milano nel 1942).
Fin da giovanissimo Giuliodori dimostra spiccata attitudine per la pittura e riesce ad acquisire discrete capacità tecniche frequentando gli studi di diversi artisti. Frequenta la Scuola d’Arte di Perugia e inizia a partecipare a varie mostre; si trasferisce a Roma e, a 22 anni, è assunto come collaboratore per restauri di pittura e architettura dall’architetto Tornaghi di Milano per i lavori di Palazzo Ferretti.
Nel 1932 partecipa, dopo rigorosa selezione, insieme a Carrà, Carena, Mafai, Sironi e altri alla 1ª Nazionale del Parterre di San Gallo a Firenze ed è iscritto all’Archivio storico di Venezia.
Nel 1936 è presente alla Quadriennale e continua con successo la partecipazione a mostre regionali e nazionali.
Nel 1938 si diploma all'Istituto superiore d'Arte di Urbino e l'anno successivo è richiamato alle armi dove resta fino al 1945 quando torna in Italia dopo essere stato prigioniero in campi di concentramento in Polonia e Germania. Nel frattempo, il suo atelier di Palazzo Ricotti, nel cuore antico di Ancona, era stato distrutto dai bombardamenti di Ancona del 1943 e poche opere si salvarono: tra queste l'Angelo biondo del 1935, attualmente alla Pinacoteca di Ancona.