Pinuccio Sciola

Biografia tratta dal sito della Fondazione Sciola.

Giuseppe Sciola, noto come Pinuccio, nasce a San Sperate (SU) in Sardegna nel 1942 in una famiglia di contadini. Dichiara con orgoglio di frequentare “l’Università della Natura”.

Inizia a scolpire fin da giovanissimo e nel 1959 partecipa, come autodidatta, alla prima Mostra d’arti figurative per gli studenti di ogni ordine e grado organizzata da “La Rinascente” a Cagliari, dove si aggiudica una borsa di studio che gli permette di frequentare il Liceo Artistico di Cagliari.

In seguito alla maturità artistica, la sua incessante curiosità e la voglia di conoscere e confrontarsi in un contesto dal respiro internazionale lo portano a viaggiare spesso in giro per il mondo dove conosce artisti del calibro di Giacomo Manzù, Fritz Wotruba, Aligi Sassu e Henry Moore.

Dopo l’esperienza in Spagna, all’Università della Moncloa a Madrid, e il maggio francese, rientra nel suo paese natio con la voglia di mostrare ai suoi compaesani quello che aveva appreso, iniziando la rivoluzione dei “muri bianchi”.

Nel 1973, grazie ad un riconoscimento dell’UNESCO, lavora con il maestro David Alfaro Siqueiros a Città del Messico. Forte dell’esperienza artistica e sociale nell’ambito del muralismo trasforma il suo paese d’origine in quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come il “Paese Museo”, in cui vivono a cielo aperto centinaia di opere d’arte e si recano a lavorare diversi artisti nel nome del recupero, della salvaguardia e della valorizzazione delle tradizioni rurali e popolari.

Riceve riconoscimenti come scultore e promotore di cultura, arte e rapporti sociali nella sua terra; partecipando alla Biennale di Venezia del 1976, all’interno della sezione italiana che ha come tema “L’ambiente come sociale”.

Gli anni ’80 e ’90 sono ricchi di mostre itineranti, sia in Italia che all’estero (tra cui Repubblica Federale tedesca, Belgio, Lussemburgo), nel nome dello scambio culturale tra la Sardegna e il resto del mondo; le sue opere iniziano anche ad essere esposte in spazi aperti.

Nel 1984 costituisce a San Sperate un Centro Internazionale per la lavorazione della pietra, desideroso di insegnare l’arte artigiana e la scultura ai giovani. Nella mostra “Pietre e Città” a Milano l’artista propone sia le proprie opere che i lavori dei suoi allievi.

La sua ricerca artistica raggiunge il culmine quando, agli inizi degli anni ’90, svela al mondo la magia del suono della pietra, osservata non più solo usando la vista e il tatto, ma attraverso un terzo senso: l’udito. Nascono le Pietre Sonore, suonate per la prima volta, nel 1996, dal percussionista Pierre Favre al Festival Time in Jazz di Berchidda, in Sardegna.

Le pietre sonore, unicamente in basalto prima e in calcare di Orosei poi, sono sculture che producono suoni, utilizzando la pietra stessa o le mani. Riprendono le forme del megalitismo sardo ma, se osservate da vicino parlano un linguaggio moderno, attraverso linee astratte e forme geometriche che giocano con il rapporto tra idea e materia.

Nel 2002 l’architetto Renzo Piano fa collocare un grande basalto sonoro, simbolo di una musica eterna, nel giardino prospiciente il nuovo Auditorium della Musica a Roma, inaugurato il 21 aprile.

Nel 2003 torna alla cinquantesima edizione della Biennale di Venezia con un’esposizione all’interno della sezione “Italian Factory”, dal titolo Solo pietre. Pochi mesi dopo espone una nuova serie di monumentali sculture sulla piazza della Basilica Inferiore di Assisi, Il Cantico delle Pietre, ispirata al Cantico delle Creature di San Francesco.

Negli anni successivi le pietre sonore continueranno ad essere protagoniste, con altre sue opere, di esposizioni e installazioni interattive (Impianto Sonoro Scolpito a Villa delle Rose a Bologna, 2006).
Nel 2010 è nominato Presidente della commissione regionale per il Paesaggio e la qualità architettonica, mentre il 12 giugno 2012 Pinuccio Sciola è nominato “Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”, in onore della sua attività artistica.

Si cimenta come scenografo della Turandot di Giacomo Puccini, all’interno della nuova stagione operistica del Teatro Lirico di Cagliari, realizzando una Pechino di pietra, futurista e quasi surreale.

Il 27 aprile 2016, due settimane prima della sua prematura scomparsa, si tiene il suo ultimo evento pubblico, uno dei più significativi, all’interno della rassegna Stone Tales nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, dal titolo La Voce della Pietra – Il Mosè di Michelangelo e le Pietre Sonore di Sciola.

Pinuccio Sciola si spegne il 13 maggio. Il suo amato paese, San Sperate, si veste di bianco, lenzuola e drappi appesi alle finestre e balconi.
Pinuccio Sciola è presente oggi con le sue opere in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Il suo lavoro prosegue grazie all’impegno dei tre figli, che tramite la Fondazione Pinuccio Sciola si dedicano a portare avanti la sua filosofia d’arte e di vita. Presso la sua casa-studio hanno sede la Fondazione e il Giardino Sonoro, il museo all’aperto dell’artista.

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