Opera: Cabina Telefonica
Scultura originale
Originale
- Autore
- André Barelier
- Data
- 1980
- Periodo
- Novecento
- Dimensioni
- 120 cm in altezza
- Tecnica
- fusione, patinatura, assemblaggio
- Materiale
- bronzo
- Spazio
- '900 e Contemporaneo
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Vado con le mie monetine
verso la cabina e m’infilo dentro.
Però lascio la porta aperta, perché
si sta così stretti qui”.
La cabina telefonica, Raymond Carver
Cabina telefonica è una scultura fusa in bronzo nel 1980 da André Bareliér . Si tratta di un’opera piuttosto massiccia, alta circa 120 centimetri.
La scultura poggia su una base curva che sembra rappresentare la strada di un quartiere cittadino in salita, dove si innalza una cabina telefonica. Dentro la cabina c’è un uomo giovanile che indossa giacca e cravatta, stringe la cornetta del telefono con la mano sinistra e regge un mozzicone di sigaretta fra le dita della destra.
A terra, davanti alle sue gambe, c’è un sacco pieno, con alcuni indumenti che fuoriescono dall’apertura superiore. Su una piccola mensola davanti all’uomo si trovano due elenchi telefonici.
Fuori dalla cabina l’artista ha rappresentato un carrello per la spesa e un ciclomotore, collocandoli di fronte al visitatore. I vestiti dell’uomo sono descritti in maniera dettagliata; è facile riconoscere le pieghe del bavero della giacca e il nodo della cravatta. Lo scultore riserva la stessa attenzione al carrello e al ciclomotore, di cui si distinguono particolari come le manopole del manubrio, i cavi dei freni, il campanello, i pedali all’altezza delle ruote e il portapacchi.
Le superfici sono lisce e non differenziate; la lettura tattile risulta agevole, anche grazie alle grandi dimensioni dell’opera, che consentono di apprezzare facilmente i vari dettagli. Il bronzo non è tirato a lucido, ma presenta la tipica e “antica” patina brunastra. In maniera semplice e diretta, André Bareliér riesce a materializzare il ritratto dell’uomo negli anni ‘80 con suoi bisogni, le sue ansie, i suoi mezzi tecnologici, i suoi desideri. Con pochi tratti l’artista riassume in quest’opera la quotidianità della società di quegli anni.