Opera: Coppia di cherubini
Scultura originale
Originale
- Autore
- Gioacchino Varlè
- Data
- XVIII sec.
- Periodo
- Neoclassico
- Dimensioni
- 64 cm in altezza, 37 cm in larghezza, circa 25 cm in profondità
- Tecnica
- scultura, incisione, levigatura
- Materiale
- marmo
- Spazio
- Ancona
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Chiudere gli occhi e toccare gli angeli, quelli scolpiti dalla spiritualità e dalla maestria di un artista, che ha cercato nella bellezza il segno d’eternità, non sarà come sentire e vedere gli angeli, quelli immaginati dall’uomo che da sempre guarda all’Aldilà?”, Massimo Di Matteo.
Il Museo Omero ospita “Coppia di Cherubini”, ovvero due teste d’angelo, scolpite in marmo da Gioacchino Varlè nel diciottesimo secolo. Larghe circa 37 centimetri, le due teste sono molto simili e corredate ciascuna dal voluminoso profilo di un’ala. Sono esposte su un piano inclinato una di fronte all’altra, con i volti rivolti verso lo spettatore.
I visi hanno tratti infantili, con guance gonfie e pronunciate, occhi molto grandi, rotondeggianti e spalancati, nei quali sono chiaramente incise l’iride e la pupilla. Le bocche sono aperte, come se stessero cantando. Le ciocche dei capelli formano boccoli corti e un po’ disordinati. Le ali avvolgono i visi nel loro lato esterno fin sotto il collo e sono realizzate con grande precisione tanto che è possibile distinguere una piuma dall’altra.
Il marmo di Carrara risulta perfettamente liscio al tatto nelle aree corrispondenti alla pelle degli angeli, più ruvido, invece, sulle ali e sui capelli: una differenza di superficie voluta dal Varlè. L’artista è riuscito ad unire in una sola opera linee classiche e barocche: un tratto tipico della sua produzione, da cui si evince la sua formazione presso la scuola romana di Camillo Rusconi (Milano, 1658 – Roma, 1728).
Le due sculture erano parte di un’unica entità e probabilmente dovevano trovarsi ai lati di una cappella o di un altare. Non si conosce esattamente da quale chiesa anconetana provengano, probabilmente da Sant’Agostino, oppure dall’ex Seminario San Carlo Borromeo, dalla chiesa dei Frati di San Domenico o dalla Cattedrale di San Ciriaco.
“Coppia di Cherubini” è di proprietà dell’Arcidiocesi di Ancona Osimo e si trova in comodato d’uso al Museo Omero, a partire dalla mostra “Toccare gli angeli – Inediti marmi di Gioacchino Varlè” (3 dicembre 2009 – 20 giugno 2010).