Opera: Evangelisti Luca e Giovanni
Scultura originale
Originale
- Autore
- Gioacchino Varlè
- Data
- XVIII sec.
- Periodo
- Barocco
- Dimensioni
- San Giovanni 66 cm in altezza; San Luca 72,5 cm in altezza
- Tecnica
- scultura, levigatura
- Materiale
- marmo
- Spazio
- Ancona
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Nel secolo XVIII la Marca non ebbe artisti che pochi, a riserva di Gioacchino Varlè, buon allievo del Rusconi e stimato per qualche lavoro che inviò a Lisbona, si lodano anche di lui alcune opere lasciate in Ancona”, Il raccoglitore, ossia archivi di viaggi, di filosofia, d’istoria.
Coppia di evangelisti consiste in due statue in marmo di Carrara raffiguranti San Luca e San Giovanni. Gioacchino Varlè li realizzò intorno alla fine del XVIII secolo, periodo in cui era estremamente attivo ad Ancona, per la cappella dedicata al predicatore domenicano San Vincenzo Ferrer, presso la chiesa di San Domenico. I due Santi dovevano essere rappresentati in “ampie vesti rigonfie, entrambi rivolti verso sinistra”, in atto di sorreggere il Libro del Vangelo aperto con la sinistra e una penna con la destra , “in atteggiamento ispirato”, distinguibili dai rispettivi simboli presenti ai “loro piedi a dritta”: il toro e l’aquila. Secondo Maggiori, le “due statuette di marmo” del Varlè tenevano “in mezzo il tabernacolo” posto sull’altare.
Purtroppo i due Evangelisti hanno subito gli eventi della Seconda guerra mondiale (una bomba colpì proprio un pilastro della cappella in questione distruggendone gli arredi). San Giovanni è quella che ha subito i danni maggiori ed è interamente priva del capo, della mano destra, dei piedi e dell’aquila: della statua non resta che il corpo, in posizione eretta, avvolto in una lunga veste fluente, con il Libro contro il fianco sinistro. San Luca è più completo, è privo del braccio destro, ma la testa è intatta e rivela il volto barbuto di un anziano che guarda verso l’alto, con ai piedi il toro che lo caratterizza, a cui manca una zampa e parte delle corna.
Le statue sono state rifinite dall’autore anche nella parte posteriore e nell’insieme risultano eseguite con eleganza e accuratezza tecnica, specialmente nel modo di trattare i panneggi, i volti espressivi e, in particolare, l’anatomia e la postura delle mani dei due Santi.
I Padri Domenicani hanno custodito nel convento le sculture, che sono state restaurate da C.B.R. di Romeo Bigini e date in concessione permanente al Museo Omero da parte della Provincia di San Domenico in Italia a seguito della Mostra “Toccare gli angeli – Inediti marmi di Gioacchino Varlè” (3 dicembre 2009 – 31 dicembre 2010).