Opera: Noé o l’invenzione del vino, formella del campanile di Giotto
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 44 cm in lunghezza circa (lato)
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Medievale e '400
Originale
- Autore
- Andrea Pisano
- Data
- 1337 - 1341
- Periodo
- Gotico
- Dimensioni
- 44 cm in lunghezza circa (lato)
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Firenze, Museo dell'Opera del DuomoSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto nella sua tenda”, La Sacra Bibbia, Genesi, 9 (20-21).
“Noè o l’invenzione del vino” è il tema della formella esagonale realizzata tra il 1337 e il 1341 da Andrea Pisano e dalla sua bottega per decorare il Campanile progettato da Giotto per il Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore.
Al Museo Omero abbiamo una copia da calco al vero, in gesso alabastrino, dell’opera originale conservata al Museo del Duomo; sul campanile, nel primo ordine del lato ovest, oggi ammiriamo una copia in marmo.
Lunga circa 44 centimetri, la formella è composta da pochi ma chiari elementi: una vite ricca di grappoli, la cui chioma occupa la parte superiore della composizione, una grande botte contenente vino sulla sinistra e la figura di Noè, disteso a riposo, con una mano dietro la testa e nell’altra una scodella per il vino. Nel Libro della Genesi Noè è ricordato appunto come il fondatore della viticoltura e come colui che per primo sperimentò gli effetti inebrianti del vino.
Al livello tattile tale composizione di forme, semplice e ben definita, rende scorrevole e comprensibile la lettura. In alto sentiamo i grappoli d’uva in rilievo e le ampie foglie levigate, al centro il forte aggetto della botte con i suoi cerchi verticali e l’orizzontalità della figura di Noè con l’ampia veste ricca di pieghe, in basso il terreno lasciato grezzo, come una sorta di pavimento roccioso.
La costruzione del campanile di Santa Maria del Fiore a Firenze, iniziata da Giotto nel 1334, fu una grande novità. Si tratta di un imponente torre a base quadrata, al contempo elegante e slanciata: è alta 84.70 metri e larga circa 15 metri; è rivestita di marmi bianchi, rossi e verdi come quelli che adornano la Cattedrale. Un’architettura in stile gotico fiorentino con una ricca decorazione scultorea.
Il primo ordine è abbellito da ventisei formelle esagonali scolpite a rilievo su marmo. Un racconto per immagini del progresso dell’uomo attraverso le arti e le scienze: dalle prime attività rispondenti a bisogni naturali (lato ovest), alla raffigurazione dei mestieri frutto dell’incivilimento (lato sud), fino alle attività artistiche (lato est) e intellettuali (lato nord). Il ciclo presenta il tema del lavoro, quale creativa espressione dell’uomo libero e rispecchia il contesto culturale nel quale si inserisce: una città che fiorisce proprio nel Trecento grazie alle attività imprenditoriali e intellettuali cittadine. L’uomo dunque si realizza nel lavoro, alla base della grandezza fiorentina, ma anche di una costruzione cristiana che si eleva verso il cielo e quindi verso Dio.