Opera: Pietra Sonora

Scultura originale

scultura Pietra sonora di Pinuccio Sciola

Originale

Autore
Pinuccio Sciola
Data
2012
Periodo
Contemporaneo
Dimensioni
70 cm in altezza, 50 cm in larghezza, 10 cm in profondità
Tecnica
scultura, levigatura, taglio con disco diamantato
Materiale
calcare
Spazio
'900 e Contemporaneo

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Questa è la straordinarietà della mia avventura, di essere riuscito ad entrare dentro la pietra, scavarci, e tirarci fuori dei suoni, suoni che sono gli elementi primi dell’universo”, Pinuccio Sciola.

“Pietra sonora” è una scultura astratta, in calcare, realizzata dall’artista sardo Pinuccio Sciola nel 2012. Dal 2024 è al Museo Omero grazie al progetto “I sensi dell’arte tra estetica e inclusione”, vincitore del bando PAC 2022 – 2023. La scultura è un rettangolo in pietra di colore bianco e beige, alto 70 centimetri, largo 50 e profondo 10 centimetri, attraversato da tagli verticali e inciso da linee oblique.

I tagli e le incisioni definiscono un reticolo sulla superficie, facendo emergere piccoli quadrati (1 centimetro di lato circa) che al tatto risultano scabri e ruvidi come le montagne da cui provengono. Lisci e levigati invece sono i lati e la parte superiore, e meno accidentato è anche il retro. La scultura si restringe in basso, in una sorta di trapezio rovesciato, poggiante sulla base anch’essa in calcare. L’opera può essere attraversata con lo sguardo, vissuta con le mani e ascoltata nel profondo.

Giuseppe Sciola, noto come Pinuccio (1942-2016), dagli inizi degli anni ’90 nella sua ricerca artistica svela la magia del suono della pietra.

Maria Sciola così racconta il lavoro del padre: “Per lui la pietra non era sostanza inerte da modellare, ma entità pulsante di vita propria, con la quale sente l’esigenza di confrontarsi in un dialogo aperto e dinamico. La materia non è più relegata a una sola funzionalità visiva e tattile, ma può essere osservata e fruita attraverso un terzo senso: l’udito.” L’opera, se sollecitata sulla superficie con le mani o con lo scorrimento di frammenti di pietra analoga, è capace di vibrare e di emettere suoni ancestrali, di comunicare allo spettatore il potere della natura, riuscendo così a liberare, nel caso della pietra calcarea, la memoria dell’acqua, un suono liquido e cristallino, a tratti metallico.

Sciola dalla fine degli anni ’90 valica le possibilità sonore del basalto mettendosi alla prova con un altro materiale, il calcare: una pietra di origine sedimentaria, fossile, creatasi dalla sedimentazione di acqua e materiali organici. Sono sculture che raccontano il segreto stesso della creazione, ma parlano un linguaggio moderno grazie alla peculiarità nella lavorazione: linee che si incrociano simmetricamente, tagli modulari a scacchiera o eleganti segmenti verticali, che rendono la pietra in alcuni casi trasparente ed elastica.

La ricerca sulle pietre sonore negli anni è diventata uno dei fulcri più importanti nel lavoro di Pinuccio Sciola, perché sono tra gli esiti più alti del suo percorso artistico e perché i suoni prodotti dalle pietre hanno stimolato esiti originali nell’ambito della sperimentazione musicale contemporanea.

Progetto “I sensi dell’arte tra estetica e inclusione”

L’opera è stata acquisita dalla Fondazione Sciola grazie ai fondi dell’avviso pubblico PAC 2022-23, Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il Museo Omero ha vinto il bando con il progetto “I sensi dell’arte tra estetica e inclusione” che prevedeva l’esposizione dell’opera di Sciola in un contesto accessibile e multisensoriale.

Vicino alla scultura, dotata di didascalia anche in Braille, è collocato un tavolo accessibile a persone su sedia a ruote. Sul tavolo sono presenti vari materiali che aiutano la comprensione dell’opera:

  • due scatole con pezzi di pietra in basalto e calcare a disposizione per l’esplorazione tattile
  • alcuni libri di approfondimento sull’artista per contestualizzare la sua poetica, consultabili anche attraverso una lampada ingrandente per persone ipovedenti
  • due libri multisensoriali che raccontano Sciola e l’opera “Pietra sonora” in linguaggio easy-to-read, in Braille, in voce tramite audiopen, in CAA – Comunicazione Aumentativa Alternativa. Questi libri sono stati realizzati da due studenti con autismo frequentanti il Liceo artistico E. Mannucci di Ancona nell’ambito dei PCTO – Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento anno scolastico 2023/2024.

Accanto al tavolo è presente un tablet con un video racconto sull’artista. Maria Sciola, figlia di Pinuccio, dal Giardino Sonoro, in Sardegna, racconta il padre e la sua poetica. Il video della durata di cinque minuti, è pensato con un linguaggio significativo anche a persone con disabilità visiva, è audiodescritto, sottotitolato e tradotto in LIS – Lingua dei Segni Italiana.