Opera: Testa di Eracle Farnese
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 64 cm in altezza, 48 cm in larghezza, 34 cm in profondità (particolare)
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Mimica del volto umano
Originale
- Data
- IV sec. a.C.; copia romana III sec. d.C
- Periodo
- Romano
- Dimensioni
- 370 cm in altezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Napoli, Museo Archeologico NazionaleSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Ercole è definitivamente divinizzato; egli ha compite le imprese che gli hanno aperto la via dell’Olimpo e liberato da qualsiasi terrestre bisogno”, J. J. Winckelmann.
Il particolare della testa di Ercole Farnese di cui scrive Winkelmann apre la sezione detta “Mimica del volto umano” al Museo Omero. L’originale, in marmo, sembra essere la rilettura di un bronzo attribuito a Lisippo, purtroppo scomparso. La reinterpretazione arrivata sino ai nostri giorni fu prodotta in età Severiana (nel II secolo d.C.), ed è firmata dallo scultore greco Glykon.
La scultura per intero raffigura Ercole, in piedi, appoggiato alla clava ricoperta dalla pelle del leone di Nemea, mentre stringe tre pomi d’oro. La capigliatura e la barba, folte e ricce, ornano la testa inclinata verso sinistra; il volto è caratterizzato da una espressione vagamente pensosa, con gli occhi aperti che sembrano fissare il vuoto; la fronte è leggermente corrugata, gli zigomi e le labbra carnose. Contrariamente alle rappresentazioni tradizionali che lo vedono sempre in azione, qui Ercole ha un atteggiamento pensoso e riflessivo, quasi malinconico: questo potrebbe essere spiegato dalla possibile (ma non documentata) presenza del figlio Telefo alla base della scultura di Lisippo.
Iconograficamente, si potrebbe desumere che l’Eroe si stia riposando dopo l’undicesima fatica nel giardino delle Esperidi, a cui alludono i pomi tenuti nella mano destra. Questo personaggio mitologico, simbolo di forza e volontà umana, è stato ripetutamente raffigurato nel corso della storia dell’arte e viene solitamente rappresentato coperto dalla pelle del leone di Nemea e con la clava in mano; lo stesso Michelangelo produsse una colossale scultura del mitico eroe, oggi purtroppo perduta.