Opera: Venere della Grotticella
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 135 cm in altezza, 36 cm in larghezza
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Ancona
Originale
- Autore
- Giambologna (Jean de Boulogne)
- Data
- 1575
- Periodo
- Manierista
- Dimensioni
- 135 cm in altezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Firenze, Giardino di BoboliSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Giambologna fu dopo Michelangelo, il massimo scultore del suo secolo e anche le sue opere furono scolpite o gettate in bronzo a Firenze e per Firenze, i bronzetti prodotti dalla sua bottega trasformarono il suo stile in un idioma universale”, John Pope-Hennessy.
Giambologna, intorno al 1575, scolpì una Venere in marmo alta circa 135 centimetri, commissionata dai Medici per il Giardino dei Boboli a Firenze. Una copia da calco al vero in gesso si trova al Museo Omero, collocata vicino alle copie della Venere Italica e della Venere di Milo.
La dea è in piedi, col peso sulla gamba destra distesa, mentre il piede sinistro poggia su un basamento rettangolare sopra il quale troviamo anche un vaso parzialmente coperto da un drappo. Il braccio destro è piegato per coprire in parte il busto ed il seno, rivolti verso lo spettatore.
Assumendo il corpo questa postura, la spalla compie una torsione innaturale; il braccio sinistro è steso lungo il fianco, con la mano posata sul drappo, dove Venere scarica parte del peso. La testa è inclinata in basso e verso la spalla sinistra, in un movimento che accentua la sinuosità della figura. I tratti fisionomici della dea sono regolari e delicati, i capelli pettinati in un’elaborata acconciatura.
Giambologna riesce ad infondere in questa statua un senso di dinamismo e di precario equilibrio, proprio grazie alla torsione del collo e delle spalle. La Venere è osservabile da qualsiasi punto di vista, grazie alla torsione del corpo, innaturale, ma in linea con lo stile manierista, dove l’eleganza e la complessità delle pose delle figure sopperiva spesso alla carenza di contenuti. I soggetti mitologici e storici erano spesso semplicemente un pretesto per ricercare forme elaborate e virtuosistiche.
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.