Elena di Giovanni, Coordinatrice del Progetto InclusivOpera – Macerata Opera Festival
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Nel mio lavoro di docente e ricercatrice, da ormai quasi vent’anni, non ho mai smesso di credere che la teoria e la pratica debbano andare a braccetto e non perdersi mai di vista, in ogni ambito e contesto.
La sperimentazione legata all’accessibilità per il cinema e lo spettacolo rivolta a persone con disabilità sensoriale ha origine, nella mia esperienza, proprio dalla ricerca: nel 2007 sono entrata in un progetto europeo finalizzato al monitoraggio e all’espansione dell’accessibilità ai media europei, in particolare la televisione. Il progetto ha previsto una serie di attività sperimentali e l’interazione con colleghi e professionisti di varie nazioni, da cui è nato il desiderio di unire le nuove conoscenze acquisite alle mie esperienze precedenti, in particolare l’esperienza al Macerata Opera Festival. Dalla volontà di mettere in pratica riflessioni teoriche e metodologiche nascono i primi due spettacoli accessibili per persone cieche e ipovedenti a Macerata: La Traviata e Madama Butterfly con audio descrizione. Gli amici dell’Unione Italiana Ciechi di Macerata, da subito attivamente coinvolti in questa prima sperimentazione, hanno mandato alla stampa locale un ringraziamento ufficiale per aver potuto “vedere l’opera per la prima volta”.
Dal 2009, la sperimentazione non si è mai fermata: si sono aggiunti sempre nuovi spettacoli e appuntamenti, è cresciuta la diffusione del progetto, con la partecipazione di persone cieche e accompagnatori da tutta Italia.
Dal 2013, le serate con audio descrizione dal vivo sono precedute da percorsi tattili gratuiti per persone cieche e accompagnatori. Dal 2014 questi percorsi sono diventati tematici: la musica e gli strumenti, la sartoria e i costumi di scena, il palcoscenico e le scenografie. Nel 2014 nasce anche un percorso turistico riservato a persone cieche e ipovedenti, in collaborazione con il Museo Statale Tattile Omero di Ancona. Dal 2017 il Macerata Opera Festival accoglie anche le persone sorde e i loro accompagnatori, con percorsi guidati in lingua italiana dei segni, ausili per l’ascolto assistito, sopratitoli.
Uno degli elementi portanti di questo progetto, che dal 2016 è ufficialmente denominato InclusivOpera, è il coinvolgimento di tutti, non solo nella fruizione ma nella realizzazione dei percorsi e servizi accessibili: gli artisti e i tecnici del teatro, il personale di sala, gli operatori dell’accessibilità, gli studenti universitari, ma soprattutto le persone con disabilità visiva e uditiva che fungono da preziosi consulenti, da continua fonte di conoscenza, da revisori delle audio descrizioni e, negli ultimi anni, anche da guide dei percorsi che sono ormai diventati a pieno titolo multisensoriali. La multisensorialità di queste esperienze e la loro totale condivisione ha, in modo del tutto naturale, spostato l’asse portante del progetto InclusivOpera dall’accessibilità all’inclusione. È quest’ultimo il termine che ci piace utilizzare oggi, poiché supera la seppur lieve connotazione privativa che si ritrova nell’uso di accessibilità e si apre positivamente alla condivisione. L’inclusione è il fine ultimo ed essenziale del progetto InclusivOpera: tutti possono non soltanto godere di uno spettacolo, ma partecipare alla sua creazione con le proprie, diverse, preziose abilità.
L’inclusione porta con sé un altro importante concetto, ovvero quello di partecipazione: per rendere un’esperienza culturale e artistica realmente inclusiva è necessaria la partecipazione di tutti. Al Macerata Opera Festival tutti partecipano a InclusivOpera: gli addetti alla biglietteria, i tecnici, i musicisti, i direttori di scena, i cantanti e i direttori del coro si mettono in gioco e partecipano, insieme alle persone con disabilità sensoriale ai percorsi inclusivi. D’altro canto, le stesse persone con disabilità partecipano coinvolgendo familiari e amici, molti dei quali forse non si sarebbero mai avvicinati al mondo dell’opera. La formula partecipativa, peraltro, genera soddisfazione per tutti e lascia sempre un ricordo positivo.
Possiamo quindi riassumere dicendo che l’accessibilità porta all’inclusione, l’inclusione porta con sé la partecipazione, la partecipazione è strumento di conoscenza ed esperienza globale, a beneficio di tutti.
Da InclusivOpera sono nati tre progetti di ricerca presso l’Università di Macerata (dottorato e post dottorato), numerose pubblicazioni scientifiche e altri quattro progetti inclusivi in teatri d’Italia e d’Europa.
InclusivOpera ha portato alla formazione di giovani operatori e ambasciatori dell’accessibilità che ora lavorano in Italia e negli Stati Uniti.
Nel 2019 InclusivOpera ha avuto oltre 300 partecipanti e nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria, le difficoltà logistiche e i posti ridotti, ben 145. L’augurio per tutti noi è che l’opera, come l’arte, possano essere sempre più inclusive e generare positive esperienze di condivisione e partecipazione.