Accessibilità: empatia, ispirazione. Annalisa Trasatti intervista Antonio Espinosa

Intervista ad Antonio Espinosa, direttore Villamuseu, di Annalisa Trasatti

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  • Gent.mo dott. Espinosa, quale è stato il suo percorso formativo e professionale e a che punto ha incontrato il tema dell’accessibilità?
  • Come studente universitario di archeologia negli anni ’80 ero stravagante: non desideravo provare il brivido di scavare tra le culture del passato, ma quello di raccontarle alla gente. Dal 1995 sono direttore del Servizio di Archeologia e Musei di Vilajoiosa, oggi Vilamuseu. Nel 1997 sono diventato professore associato presso l’Università di Alicante, dove ho insegnato materie riguardanti i musei e il turismo. Ho studiato a fondo la museologia: non volevo essere uno di quegli archeologi direttori di musei spagnoli a cui interessano solo le collezioni e la loro ricerca, ma poco il pubblico.
    Proprio l’empatia è l’ingrediente segreto, ma essa da sola non è sufficiente: c’è bisogno dell’ispirazione, e a volte diviene banale. Un giorno, seduti a tavola per mangiare, mia moglie, Paula, mi ha suggerito: perché non rendi accessibile il museo? “È una buona idea, ci penserò”, le ho risposto, non molto convinto: avevo già troppe preoccupazioni. Ma il giorno dopo ho accettato la sfida con entusiasmo e questi ultimi 25 anni hanno dato grandi soddisfazioni. Quindi dico sempre ai miei studenti che quando hanno o gli danno un’idea, non importa quanto ambiziosa o difficile possa sembrare, non devono scartarla subito. Dico loro di pensarci due volte, perché a volte quelle idee possono cambiarti la vita e persino aiutarti a cambiare il mondo intorno a te.
  • Come ha conosciuto il Museo Omero e cosa lo ha colpito di questa realtà italiana?
  • Chi non conosce il Museo Omero? Se sei nell’ambiente dei musei accessibili, è uno dei grandi fari. Parlo continuamente ai miei colleghi del mio soggiorno lì nel 2017, della loro eccellenza nella museografia tattile e nei contenuti online. È un onore che la rivista “Aisthesis” mi abbia offerto un posto in questa avventura.
    Il mio rapporto con il Museo Omero – in particolare con Aldo Grassini, Annalisa Trasatti e Andrea Socrati – è di ammirazione, ma anche di scambio di esperienze. Ci chiamiamo, ci invitiamo ad eventi e collaboriamo a progetti insieme. Di recente abbiamo riflettuto insieme in videoconferenza sul tatto nei musei nell’epoca del Covid-19, e loro hanno dato un prezioso contributo al nostro progetto di Accessibilità Aumentata, che è in attesa di due premi internazionali.
    Lo staff del Museo Omero mi ha colpito per la semplicità e l’umanità, nonché per la straordinaria empatia; delle esposizioni, poi, la naturalezza con cui l’accessibilità tattile inonda tutto. È un museo con un’anima. E non c’è niente che mi impressiona di più.
  • Lei da anni è membro del Comitato permanente del Congreso Internacional de Educación y Accesibilidad en Museos y Patrimonio. Di cosa si tratta, quali sono gli obiettivi e le iniziative?
  • Sono entrato a farne parte nel 2016. Attualmente insieme a Almudena Domínguez, Juan García-Sandoval e Jesús Pedro Lorente.
    È iniziato nella regione della Murcia nel 2010. Ogni edizione si concentra su un tema di attualità relativo ai musei accessibili: responsabilità sociale (Huesca, 2014), turismo (Alicante-Vilajoiosa, 2016), formazione (Lisboa-Batalha, 2017), pianificazione e contenuto (Barcellona , 2018) o partecipazione sociale (San Paolo, 2019) (www.vilamuseu.es/CIEAMP). Nei prossimi anni si svolgerà in altri paesi del mondo per fungere da punto di incontro e di scambio per diversi modelli e pratiche.
  • Lei oltre che un esperto in materia è soprattutto il Direttore di un giovane museo, Vilamuseu, il Museo di Vilajoiosa, progettato e allestito in maniera totalmente accessibile. E’ stato importante progettarlo per tutti? Ci racconti come è andata…
  • È stato creato nel 1973 e nel 2017 è stato trasferito in una nuova sede. Avevamo appena coordinato il Manuale sull’accessibilità e l’inclusione nei musei (www.trea.es/books/manual-de-accesibilidad-e-inclusion-en-museos-y-lugares-del-patrimonio-cultural-y-natural) e avevamo un Piano Museale molto impegnativo in termini di accessibilità. L’architetto, Tomás Soriano, si è focalizzato sull’usabilità. Vilamuseu è diventato un modello di inclusione riconosciuto a livello internazionale dalla Design For All Foundation e da Ibermuseums. Questo riconoscimento ci spinge a cercare sempre più la perfezione. Il nostro standard include linguaggio dei segni, linguaggio semplice, pittogrammi, sottotitoli e descrizioni audio; infissi e arredi accessibili e decine di modellini, repliche e originali da poter toccare. Ogni anno organizziamo corsi di formazione specifici.
  • Qual è l’attuale situazione dell’accessibilità museale e dell’arte in Spagna? Ci sono partner, studi o ricerche degni di essere segnalati?
  • Juan García Sandoval ed io abbiamo appena pubblicato un articolo sulla legislazione, la standardizzazione e la formazione riguardante l’accessibilità nei musei in Spagna negli Atti del 4° Congresso (http://vilamuseu.es/publicaciones). Si sono fatti molti progressi negli ultimi 30 anni, ma la mancanza di una normativa sanzionatoria sull’accessibilità ne lascia l’applicazione alla buona volontà di ogni museo.
    Spiccano le azioni condotte dalla Generalitat della Catalogna, dal Consiglio provinciale e dal Comune di Barcellona (https://cultura.gencat.cat/ca/temes/museus/dimensio-social/museus-i-accessibilitat/), con reti come Apropa. Culture o il Grup de Treball Museus i Accessibilitat (http://museusiaccessibilitat.blogspot.com/). Anche musei come il Tiflológico de la ONCE, il Prado o il Thyssen a Madrid; il Marítim di Barcellona; la Rete Museale Provinciale di Lugo; il Museo Picasso e altri di Malaga (www.andalucia.org/es/malaga-ciudad-de-museos-sin-barreras); il MURAM di Cartagena y el Museo de Bellas Artes de Murcia; Vilamuseu e il Marq a Vilajoiosa e Alicante; o il Museo di storia di Manacor, tra gli altri. Il Ministero della Cultura ha lanciato nel 2015 il Piano Musei + Sociale per i musei statali (www.culturaydeporte.gob.es/museosmassociales). Il Consorzio MUSACCES ha organizzato nel 2019 a Madrid il Congresso Internazionale «Il museo per tutti: arte, accessibilità e inclusione sociale» (www.musacces.es/). La XX Conferenza Internazionale Galiziano-Portoghese MINOM-ICOM (Lugo, 2020) (www.minom-icom.net/noticias/xx-conferencia-internacional-galaico-portuguesa-minom-icom-2020) è una buona riflessione sul fatto che l’inclusione non è solo una questione di disabilità, ma anche una questione di cultura, di genere, di diversità sessuale, di età o di sostenibilità.