Tassonomia e umanistica per un’educazione estetica funzionale

di Loretta Secchi.

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L’esposizione temporanea organizzata nella città di Nova Gorica, Capitale europea della cultura 2025, segna un traguardo importante e innovativo nel contesto delle iniziative centrate sui temi dell’accessibilità al patrimonio artistico, rivolte alle persone con minorazione visiva o più estesamente sensoriale.

L’evento costituisce per la museologia italiana ed europea, dedita ai temi dell’inclusione, un traguardo decisivo e non scontato, testimoniando la necessità di creare strumenti manualistici di approccio alle arti e all’educazione estetica, attenti alle metodologie educative sottese alla tiflologia e alla tiflodidattica.

Il valore dell’opera d’arte originale; ma anche della copia, riproduzione, trasposizione o traduzione di un capolavoro, non è presunto, è sostanziale per le persone non vedenti e ipovedenti. A queste persone, altrimenti escluse dalla concreta conoscenza dei beni culturali e artistici, deve essere riservato un apprendimento della storia dell’arte dalla funzione non solo cognitiva, piuttosto basato sull’interdisciplinarità che ogni sapere umanistico impone. Serve quindi impostare un’educazione estetica tassonomica, finalizzata a categorizzare le forme dell’arte, nelle variabili delle sue espressioni lungo i secoli, in considerazione di una storia dello stile che è storia delle idee, spesso metafora e storia dello spirito.

In questo cosmo di inseriscono i criteri di proporzione, i sistemi di misurazione e rappresentazione dello spazio e del tempo, le logiche compositive alla ricerca di equilibrio ed armonia, solo per citare alcune aspirazioni proprie all’universo delle arti. Obiettivo e funzione dell’arte è sempre vivificare nell’individuo la forza proiettiva, insita nell’intelletto umano, associandola allo sviluppo della sensibilità; nel sentire e nel comprendere il significato delle rappresentazioni dotate di valore estetico.

Ed è proprio per l’esigenza di rappresentare, quindi proiettare la propria immaginazione, e reificarla, che l’essere umano trova ragione e condivisione di modelli estetici ed etici. Il confronto con i principi di verosimiglianza e astrazione, naturalismo e stilizzazione, realismo e idealismo, iconismo e aniconismo, sviluppa la coscienza di una grammatica delle forme a cui approcciarsi con studio critico e pratica dei linguaggi dell’arte, mai meccanicistici.

Per questo la mostra temporanea di Nova Gorica costituisce un’occasione unica e mai concepita, così, prima d’ora: quella di evidenziare, attraverso un percorso espositivo di immagini dell’arte e metodologie della ricerca storico-artistica, un percorso cognitivo e conoscitivo volutamente strutturato, che ha anche il pregio di unire due realtà cardine dell’educazione estetica funzionale: il Museo Tattile Statale Omero di Ancona e il Museo tattile Anteros, dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna: luoghi di pratica educativa fondamentali per le persone non vedenti e proprio per questo ineludibili per tutti.