Sulle tracce dei Guerrieri di Cagli: un ponte tra passato e futuro attraversola digitalizzazione museale

di Daisy De Nardis e Federica Galazzi.

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Nella suggestiva cornice del Museo Archeologico e della Via Flaminia di Cagli, un innovativo progetto di digitalizzazione riporta virtualmente nel territorio una delle sue testimonianze archeologiche più significative: i guerrieri della Stipe di Coltona. Grazie a tecnologie avanzate e un approccio inclusivo, il museo si trasforma in uno spazio immersivo e multisensoriale, offrendo ai visitatori un’esperienza coinvolgente e accessibile a tutti.

Nel 1878, dodici statuette in bronzo raffiguranti divinità guerriere vennero rinvenute a Coltona, nei pressi di Cagli. Da allora, questi preziosi reperti sono stati custoditi nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche, ad Ancona, limitando la possibilità per il territorio di conservare una parte della sua memoria storica.

Il progetto “Sulle tracce dei guerrieri di Cagli”, sviluppato nell’ambito dell’iniziativa europea Next-Museum, ha colmato questa lacuna attraverso installazioni interattive e repliche digitali che restituiscono simbolicamente le statuette alla comunità locale, rafforzando il legame tra il museo civico e il museo nazionale.

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione del patrimonio culturale delle aree interne, spesso escluse dai grandi circuiti turistici. Riportare, anche solo virtualmente, le statuette nel loro territorio di origine significa restituire alla comunità parte della propria storia e identità, permettendo ai visitatori di riscoprire il legame tra il passato e il presente.

Lo studio preliminare intrapreso aveva l’obiettivo di riconoscere l’identità propria del museo e trovare il giusto modo per valorizzarla. Il cuore dell’iniziativa risiede infatti nell’aver messo insieme un team multidisciplinare che ha ideato un progetto combinando archeologia, tecnologia e narrazione multisensoriale. L’esposizione è stata arricchita con:

  • Repliche tattili delle statuette in bronzo, realizzate con stampa 3D e accessibili anche a persone con disabilità visive. Il Museo Tattile Statale Omero ha collaborato attivamente nella progettazione di questi supporti, affinché il pubblico non vedente potesse “leggere”le opere attraverso il tatto.
  • Un tavolo interattivo (con scritte anche in braille) che permette di esplorare la storia dei guerrieri attraverso una narrazione audiovisiva, attivata da pedine che i visitatori possono muovere tra le tappe del percorso. Questo strumento non solo arricchisce la visita, ma stimola un’esperienza attiva e partecipativa.
  • Video racconto in motion graphic (con sottotitoli italiano/inglese), attivabile dal tavolo interattivo, progettato con uno storytelling coinvolgente per bambini e ragazzi, per raffigurare il percorso svolto dai bronzetti in base alle loro tappe, dal loro ritrovamento alla loro digitalizzazione.
  • Un virtual tour delle evidenze archeologiche presenti sul territorio cagliese: un invito a scoprire luoghi di interesse storico non sempre facilmente accessibili. Grazie a una mappa interattiva, il visitatore può immergersi in un viaggio nel tempo e nello spazio, scoprendo l’importanza della Via Flaminia nel passato.

L’approccio adottato segue i principi del “Design for All”, rendendo il museo un luogo di inclusione e partecipazione per un pubblico diversificato. Il concetto di “museo accessibile” non si limita a garantire percorsi privi di barriere architettoniche, ma si estende alla possibilità di fruire della conoscenza attraverso modalità diverse: tattili, visive, sonore e interattive.

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è stato il riconoscimento della figura del Curatore Digitale, capace di integrare strumenti digitali nella gestione museale, nella promozione e nella creazione di nuove esperienze di fruizione. Il progetto Next-Museum ha investito nella formazione di questa professionalità, fornendo competenze avanzate per la digitalizzazione e la valorizzazione del patrimonio culturale.

Il Curatore Digitale agisce come mediatore tra contenuti scientifici, esigenze del pubblico e nuove possibilità offerte dalla digitalizzazione. Grazie alla sua visione, il museo diventa un ambiente in continua evoluzione, capace di rispondere alle nuove sfide della comunicazione culturale.

“Sulle tracce dei guerrieri di Cagli” è un esempio virtuoso di come la tecnologia possa essere messa al servizio della cultura senza sostituirla, ma amplificandone la capacità di coinvolgere il pubblico. L’iniziativa ha ricevuto il Premio Nazionale Inclusione 3.0 di UNIMC, un riconoscimento che sottolinea l’impatto positivo del progetto nel creare valore per il territorio e la comunità.

Questo modello progettuale di museo accessibile, interattivo e connesso al territorio

rappresenta un punto di riferimento per altre realtà museali di piccole e medie dimensioni,

dimostrando come la digitalizzazione possa essere uno strumento efficace per valorizzare il patrimonio culturale, rendendolo vivo e accessibile a tutti. La tecnologia risulta essere, non è un fine, ma un mezzo per arricchire la narrazione e offrire nuove chiavi di lettura del passato.

Non per ultimo, il progetto ha messo in luce l’importanza della collaborazione tra diverse realtà per sensibilizzare e coinvolgere il territorio: enti pubblici, università, istituti di ricerca,

associazioni culturali e imprese specializzate. La pluralità dei soggetti coinvolti ha permesso di sviluppare pertanto un percorso innovativo, capace di coniugare rigore scientifico e fruizione accessibile, aprendo la strada a nuove prospettive per il futuro dei musei locali.

Un elemento chiave del successo del progetto, è stato il coinvolgimento del gruppo interdisciplinare di lavoro, coordinato dalla Fondazione Marche Cultura (capofila del progetto).

Attraverso tavoli di lavoro e incontri periodici, si è potuto condurre un’analisi approfondita del territorio, individuando le migliori strategie per ridisegnare l’immagine del museo. Questa sinergia tra professionisti di diversi ambiti, progettisti, organizzatori, comunicatori, archeologi, museologi, ingegneri, esperti di accessibilità, designer, sviluppatori digitali e doppiatori, ha consentito di bilanciare le esigenze conservative con l’innovazione digitale, sperimentando nuove modalità di narrazione e interazione per il pubblico.

Nello specifico il progetto ha coinvolto: Fondazione Marche Cultura, Università Politecnica delle Marche, ICOM Italia, Museo Archeologico e della Via Flaminia di Cagli, Museo Archeologico Nazionale delle Marche), Museo Tattile Statale Omero, Comune di Cagli, Comune di Fano, Confcommercio Marche Nord, UICI Pesaro, oltre a professionisti per la produzione in motion graphic, doppiaggio, stampe 3D, allestimento e installazioni digitali museali.

L’integrazione di competenze diverse ha permesso di affrontare il progetto con una visione ampia e inclusiva, garantendo una restituzione accurata e coinvolgente del patrimonio culturale, e creando un modello replicabile per altre realtà museali che desiderano intraprendere un percorso di digitalizzazione e accessibilità.