Gabriella Papini, direttrice responsabile della rivista Aisthesis
Una nuova rivista è sempre una sfida. E di questi tempi è tra coraggio e spregiudicatezza ideale. In particolare questa che il Museo Omero intende affrontare è già, fin da questo primo numero a carattere sperimentale, una prova di forza e di energia. Ci sarà bisogno di molti e consistenti apporti, di persone, istituzioni culturali, ricercatori, professionisti e studiosi per arrivare ai risultati che questa Redazione intende raggiungere. Recuperare, sedimentare e fare materia scientifica di tutto il lavoro svolto in questi ultimi 10 anni dal e nel Museo Omero per dare la possibilità a chiunque di usufruirne e farne patrimonio pubblico. Allo stesso tempo aprire un dialogo ed un confronto con quanti nel mondo sono interessati al tema della percezione intesa in senso ampio (filosofico, scientifico, psicologico ma anche tecnico , ecc.), con grande attenzione all’arte e ai beni culturali. Del resto il tema dell’accessibilità all’arte è argomento del giorno e quello dell’accessibilità totale in parte lo è già e sarà il tema del futuro. Questa rivista prende avvio quindi nel momento giusto, quando molte attese sembrano avere la possibilità di diventare fatti concreti. In accordo con il nostro editore, che è l’Associazione Tattile Statale Omero ONLUS, la rivista sarà online e vocale. Un progetto editoriale sperimentale. Il nostro stile sarà quindi veloce, seppure attento; il linguaggio e il tono dinamici e innovativi. Molto dipenderà anche dagli interventi e dagli studi scientifici che riusciremo a pubblicare. Il carattere dell’internazionalità, supportato da ottime relazioni e collaborazioni già in atto da tempo, potrà contribuire a promuovere e divulgare sempre di più quelle metodiche e quelle buone prassi, in particole riferite alla lettura tattile delle opere d’arte, per cui il Museo Omero è un reale ed intenso punto di riferimento.
Una rivista online con caratteristiche di periodicità (sarà un quadrimestrale) è lo strumento più consono a unificare le parole scritte e quelle ascoltate in un unico linguaggio, in un’unica modalità di percezione. La parola scritta e letta, la parola detta e ascoltata. Un solo linguaggio percepito e compreso. Il rischio che l’ascolto sorpassi la lettura viene prospettato da molti. Sia che si legga in caratteri tipografici che in Braille. Ma la voce è la soluzione di molti problemi e del resto sistemi e apparati informatici hanno nella voce il centro, il cardine. Se esiste il sospetto che l’uso di internet limiti la capacità di concentrazione, è pur certo e dimostrabile che la comunicazione vocale online ha ricucito il rapporto di molti con la scrittura, con la lettura, a volte con la letteratura e con la poesia. Certo è che le strutture mediatiche ci avvolgono, si intensificano e si complicano. Difficile nuotare! Scegliere cosa, come e quando ascoltare, leggere, comprendere.
E’ di questi giorni la notizia che lo scrittore americano Jeffery Deaver (fino a 40 milioni di copie), lancia il suo nuovo romanzo-thriller come audiolibro, cioè un’opera nata solo per la voce. Non c’è libro di carta e non c’è e-book. Resta solo l’emozione dell’ascolto.