Opera: Giocoliere
Scultura originale
Originale
- Autore
- Marino Marini
- Data
- 1953
- Periodo
- Novecento
- Dimensioni
- 45,5 cm in altezza, 14,5 cm in larghezza, 6 cm in profondità
- Tecnica
- fusione, patinatura
- Materiale
- bronzo
- Spazio
- '900 e Contemporaneo
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
L’opera è in prestito al Mart di Rovereto dove sarà esposta dal 7 dicembre 2024 al 16 marzo 2025 all’interno della mostra “Etruschi del Novecento” .
“(..) io, nato sereno, in un clima tranquillo, nel segno di un’educazione sicura e, da un certo punto di vista estetico, perfetta, sono entrato nel mondo delle agitazioni del ventesimo secolo e, attraverso queste agitazioni, ho cambiato la forma, l’espressione della mia scultura…”, Marino Marini.
Giocoliere è una scultura in bronzo, modellata da Marino Marini nel 1953. Raffigura un uomo in piedi a gambe unite, con le braccia alzate sopra la testa, come se stesse per iniziare la sua esibizione. Le forme sono quasi in uno stato di abbozzo, le varie parti anatomiche sono irregolari; il volto è appena accennato.
Il Giocoliere, con le sue forme scabre, ricorda i corpi dilaniati dalle bombe e corrosi dal fuoco. Il tema del circo, caro a Marini, è metafora della vita. Giocolieri e ballerine presentano membra allungate, fortemente espressive, accentuate da tracce di colore che talvolta le rendono inquietanti. Anche sotto il profilo tattile, le superfici dell’intera opera presentano irregolarità e asperità.
Ogni figura è una memoria del passato, di momenti di un certo periodo del suo vissuto.
Marino Marini è tra gli artisti più influenti all’interno del panorama culturale ed artistico italiano del Novecento. Durante gli anni ’30 e ’40 persegue la ricerca di una forma “pura”, mediante il recupero e la rielaborazione in chiave contemporanea della tradizione etrusca e medioevale. Negli anni quaranta, in seguito al rovinoso epilogo della guerra mondiale, la resa dei temi a lui cari cambia: Marini accentua la tensione dinamica delle sue opere, giungendo a deformarle, a modellare superfici scabre e scarnite.
Approfondimenti: Museo Marino Marini.