Il Laboratorio: Toccare gli angeli. Inediti marmi di Gioacchino Varlè
Pubblicato in Eventi il 3 Marzo 2010
Indirizzo: scuola primaria e secondaria. Anno scolastico 2009 - 2010
Gli alunni vengono accompagnati nella sala dei modelli architettonici, e vengono invitati a sedersi a terra.
Segue un'introduzione al Museo e presentazione del gruppo / classe.
A questo punto, avvieremo il "gioco del risveglio sensoriale": i ragazzi indosseranno guanti in cotone o lattice, cercando di risvegliare le proprie sensibilità.
Una volta pronti, i ragazzi verranno accompagnati nella sala greca: qui saranno bendati ed accompagnati nella sala dove è allestita la mostra "Toccare gli angeli".
Comodamente seduti a terra, verranno coinvolti in un'esperienza multisensoriale: bendati, ascolteranno una musica, assaggeranno del cibo, annuseranno un'essenza profumata, toccheranno una delle opere esposte (ovviamente tramite guanti).
- Come suona un angelo? (ascolto musica)
- Che sapore ha un angelo? (assaggio zolletta di zucchero)
- Che profumo ha un angelo? (annusare vaniglia in polvere)
- Che faccia ha un angelo? (un batuffolo di cotone sfiorerà i visi, per poi toccare gli angeli di Varlè)
- Come sono gli angeli di Varlè? (tolgono la benda e osservano le opere esposte).
Di seguito:
- Chi è Varlè?
Racconto sotto forma di favola della storia di Gioacchino Varlè.
C'era una volta Gioacchino Varlè (Roma, 1731 -Ancona, 1806) ... amava lavorare il marmo, decorare l'interno delle chiese, ma anche palazzi pubblici e casa private ... amava tanto scolpire con il suo trapano angeli e putti perché "l'angelo fa sorridere la pietra".
Riflessioni sul tema dell'angelo, scambio di idee, concetti, metafore.
A questo punto, i partecipanti saranno pronti per l'attività in laboratorio.
Laboratorio 01 – (indirizzo scuola Primaria primo livello)
Gli Angeli sono messaggeri... spesso mandano messaggi invisibili...
Proviamo a costruire un messagio tattile ... ma che abbia anche un Odore, un Sapore, un Suono.
Scegli a chi indirizzarlo.
Scegli cosa dire.
Ora trasforma il tuo messaggio in materia, in qualcosa che si può toccare, annusare, assaggiare o addirittura sentire suonare... una sola regola... il messaggio deve poter esser "letto" ad occhi chiusi.
Laboratorio 02 - (indirizzo scuola Primaria secondo livello e Secondaria)
Il cherubino è essere immateriale, leggero: le forme soavi e aggraziate sono rese vive dal movimento leggero, senza tempo, dettato da leggi non fisiche.
Il suo è il volo della farfalla, del colibrì, della piuma che fluttua candida nell'aria celeste.
Prendendo spunto dalla frase del filosofo francese Jean Guitton, "l'angelo fa sorridere la pietra", possiamo anche provare che l'angelo riesce a dar vita alla materia inerte, riesce a farla lievitare in cielo.
Prova ad immaginare il volo di un angelo.
Il laboratorista dovrà inventarsi delle frasi ricche di aggettivi e metafore (leggero ed armonioso come una nuvola ...), tali da descrivere un ipotetico volo del cherubino.
Quindi, dal modello letterario passerà alla forma dell'oggetto: queste emozioni dovranno essere traslate o tradotte in fare oggettuale.
In laboratorio, ispirati dalle bellissime e leggerissime strutture / scheletro dei Mobiles di Calder, i partecipanti dovranno costruire - letteralmente dal nulla - una struttura leggera e rivestita con materiali altrettanto leggeri e sonanti, in grado di mantenere, se lanciati in aria, un volo di qualche secondo. Anche il suono, infine, emesso da questi oggetti assemblati ha la sua importanza nel raccontare lo svolgimento del volo ... ecco gli angeli, il cui volo allude al mondo delle idee, dove l'apparenza è mera illusione, cangiante come i riflessi dell'arcobaleno.
Ma attenzione ... solo il ragazzo più abile ed ispirato saprà far volare il proprio angelo!