Opera: Afrodite di Milo
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 202 cm in altezza, 84 cm in larghezza, 70 cm in profondità
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso, resina
- Spazio
- Greco e Romano
Originale
- Data
- 130 a.C.
- Periodo
- Greco
- Dimensioni
- 202 cm in altezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Parigi, Museo del LouvreSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“te, dea, te fuggono i venti, te le nubi del cielo
e il tuo arrivo, sotto di te la terra operosa soavi
fiori distende, a te sorridono le distese del mare
e, rasserenato, il cielo risplende di luce diffusa.”
Lucrezio, De Rerum natura
La celebre Venere di Milo, scolpita intorno al 130 avanti Cristo, fu ritrovata nell’isola di Milo nel 1820. Questa raffigurazione della dea, diventata un’icona della bellezza femminile, sembra essere una copia di una scultura scomparsa di Lisippo.
Al Museo Omero ne sono esposte ben due copie da calco al vero: la prima in gesso acquistata dal Museo, la seconda, in resina, in comodato d’uso dal Louvre, che ne conserva l’originale.
La dea, alta poco più di 2 metri, è rappresentata in posizione eretta, col torso nudo e coperta, dal bacino ai piedi, da una pesante veste, ricca di pieghe. La postura è sinuosa e l’intera figura disegna una sorta di S. Il peso è sostenuto dalla gamba destra, diritta, mentre la sinistra è spostata leggermente in avanti, flessa e ruotata, in atteggiamento pudico. La spalla destra è avanzata e abbassata rispetto all’altra: si disegna così una linea obliqua delle spalle, ripresa dalla veste a livello del bacino.
La testa, leggermente girata a sinistra, è caratterizzata da un bel viso regolare ovale, dai tipici lineamenti greci, come il naso lungo e diritto. L’impassibilità degna di una divinità è sottolineata dall’inespressività del volto, tipico dell’età classica. La capigliatura, fissata da un nastro, è finemente modellata con senso descrittivo e naturalistico, come la ciocca che, fuoriuscita dal nastro, pende sul collo.
Al tatto l’opera è liscia e compatta e si riesce a cogliere l’infittirsi del drappeggio, all’altezza delle anche. Espediente che servì allo scultore per nascondere la giuntura tra i due blocchi di marmo.
La prima raffigurazione della Dea Afrodite “nuda” sembra esser stata scolpita da Prassitele: si tratta dell’Afrodite Cnidia, scolpita in marmo nel 360 avanti Cristo circa, collocata in origine nel tempio dedicato alla Dea a Cnido, antica città dell’Asia minore. La statua venne presa successivamente come modello per le molte raffigurazioni della Dea scolpite nel Periodo Ellenistico. Tra queste una delle più celebri è sicuramente l’Afrodite di Milo, raffigurazione della dea della sensualità e dell’amore, simbolo dell’antica bellezza femminile.