Opera: Discobolo
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 156 cm in altezza (con la base), 108 cm in larghezza, 100 cm in profondità
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Greco e Romano
Originale
- Data
- 455 a.C.; copia romana 117 - 138 d.C.
- Periodo
- Greco
- Dimensioni
- 133 cm in altezza, 108 cm in larghezza, 100 cm in profondità
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Città del Vaticano, Museo Pio ClementinoSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“L’antichità poteva dire di lui che aveva moltiplicato la verità ma che, curioso soprattutto dei corpi, non aveva reso lo stato dell’animo. E così Mirone, mentre è il primo dei grandi scultori dell’antichità, è l’ultimo degli scultori arcaici”, Alessandro della Seta.
Il “Discobolo” è una scultura realizzata in bronzo da Mirone intorno al 455 avanti Cristo e andata perduta. La conosciamo grazie alle copie in marmo di epoca romana, come quella ritrovata nell’area di Villa Adriana di Tivoli risalente al secondo secolo dopo Cristo e ripresa dalla nostra copia in gesso. La testa della copia romana conservata ai Musei Vaticani è moderna, della fine diciottesimo secolo.
La statua rappresenta un atleta che sta per lanciare il disco.
Il viso e il busto sono chinati in avanti; il braccio destro, la cui mano regge il disco, è portato indietro per prendere lo slancio, mentre il sinistro forma un semiarco in avanti, col polso che arriva a sfiorare il ginocchio destro. Le ginocchia sono flesse, la gamba destra è leggermente più avanti dell’altra e pare sostenere il peso del corpo, mentre il piede sinistro poggia solo sulla punta.
Uno dei punti di forza dell’opera è l’armonia della composizione: facendo scorrere le dita, dalla mano che stringe il disco fino al tallone del piede sinistro, ci si accorge che le linee delle varie parti del corpo disegnano un arco.
Mirone ha posto grande cura nella resa di alcuni dettagli anatomici, come la muscolatura del torace, i tendini e le vene della mano destra che si gonfiano per lo sforzo. Lo scultore rappresenta il corpo nel momento della massima tensione, che però non si riflette nel volto idealizzato: questo esprime solo una tenue concentrazione, tradita dalla bocca semiaperta e da una leggera ruga sulla fronte.
Dietro la figura è presente un fusto d’albero, che sicuramente nell’originale in bronzo era assente, ma che è stato necessario aggiungere nella copia romana in marmo, con funzione puramente statica.
Il Discobolo è sicuramente l’opera più nota di Mirone nonché un’icona dell’arte greca. In essa si concentrano alcune delle maggiori suggestioni legate all’antica Grecia: la passione per i giochi olimpici, il culto della perfezione del corpo umano, la calma interiore e la ricerca dell’armonia formale. Il bronzo forse fu realizzato per la città di Sparta e poteva rappresentare Giacinto, il ragazzo amato da Apollo.