Opera: Hermes e Dioniso
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 175 cm in altezza, 71 cm in larghezza, 43 cm in profondità (dettaglio)
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Greco e Romano
Originale
- Autore
- Prassitele
- Data
- 350 - 330 a.C.
- Periodo
- Greco
- Dimensioni
- 215 cm in altezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Olimpia, Museo di OlimpiaSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Apostolo entusiastico della bellezza, la fa, come nessun altro mai, trionfare in ogni sua opera, florida, radiosa, immortale”, Emanuel Löwy.
“Hermes e Dioniso fanciullo” è una delle poche opere originali giunte fino a noi di Prassitele. Ritrovata nel tempio di Hera ad Olimpia, l’opera in marmo pario, datata tra il 340 – 330 avanti Cristo, raffigura un episodio del mito di Dioniso che, fanciullo, venne affidato al fratello Hermes da Zeus per accudirlo. Al Museo Omero è conservata la copia in gesso dell’Hermes.
Il gruppo scultoreo originale rappresenta il dio Hermes appoggiato ad un tronco d’albero, coperto da un mantello, mentre sostiene con il braccio sinistro il piccolo Dioniso. Il braccio destro del dio, ora mancante, doveva in origine essere sollevato e reggere forse un grappolo d’uva.
Al Museo Omero è possibile ammirare solo il corpo di Hermes, fino alle ginocchia. Un corpo nudo, flessuoso, sbilanciato verso sinistra, cioè verso il piccolo Dioniso, che guarda con un volto languido. Hermes, ritratto più umano che divino, è caratterizzato da una muscolatura poco pronunciata e da linee morbide e sinuose.
La ricerca plastica di Prassitele segna una profonda cesura con la precedente scultura fidiaca e dà l’avvio ad un nuovo concetto del rapporto uomo – natura che troverà largo seguito nel periodo ellenistico. Prassitele si trova ad operare in una situazione storica agitata, tra una profonda crisi della democrazia ateniese e l’incubo di nuove invasioni da parte persiana. Avvenimenti che contribuiscono al mutamento graduale del sentimento dell’uomo greco nei confronti delle divinità dell’Olimpo. Le divinità olimpiche rimanevano ancora uno dei temi preferiti da Prassitele, ma calate in una dimensione più umana, meno distaccata.