Opera: Metalli acciaccati
Scultura originale
Originale
- Autore
- Luciano Dionisi
- Data
- 1996
- Periodo
- Novecento
- Dimensioni
- 85 cm in altezza, 170 cm in larghezza
- Tecnica
- fusione, patinatura, pittura
- Materiale
- bronzo, acciaio
- Spazio
- '900 e Contemporaneo
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Un’opera d’arte, sia essa poesia, scultura, architettura, nasce e finisce nell’uomo: non è negazione della vita perché oggetto inanimato, ma ha una vita propria, una capacità di narrazione di storia, di azioni dell’uomo, che la rivela quale essere vivente”, da Luciano Dionisi, “Scultura scoperta”.
L’opera “Metalli acciaccati” fa parte di una serie di lavori che l’artista realizza nel 1996. Su due pannelli d’acciaio neri, disposti uno a fianco all’altro, per una lunghezza complessiva di circa 170 centimetri, sono disposte due masse di bronzo deformate e acciaccate, come fossero fogli di carta stropicciati. Esse hanno una forma stretta e allungata e si sviluppano in orizzontale al centro dei pannelli, dirigendosi una verso l’altra. I pannelli sono distanziati tra loro di circa 20 centimetri: è in questa cavità, fuoriuscendo dal bordo, che le masse si avvicinano senza toccarsi.
Il bronzo accartocciato sembra più spesso e resistente in alcuni punti, più sottile e leggero in altri, fino a presentare delle lacerazioni o delle perforazioni. C’è un forte contrasto tattile e cromatico tra la superficie liscia, nera e levigata dei pannelli e il bruno dorato delle pieghe del bronzo.
Dionisi, nel suo saggio “Scultura scoperta”, ricorda come la prima possibilità di relazione che l’uomo ha con il mondo esterno è data dai sensi. Egli ama sentire la fisicità delle cose e della materia, con cui stabilisce un contatto diretto, una relazione privilegiata che passa attraverso la tattilità, indispensabile per apprezzare pienamente quest’opera.
La ricerca dell’artista passa attraverso la sperimentazione delle tecniche e dei materiali, ma soprattutto attraverso il gusto del fare, del manipolare, come se attraverso la materia lo scultore cercasse di rendere tangibile l’anima nascosta delle cose.