Opera: Presentazione di Gesù al tempio, formella dal portale dell’Abbazia di Nonantola
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 49,5 cm di altezza, 31,5 cm di larghezza
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Deposito
Originale
- Autore
- Wiligelmo
- Data
- 1002 - 1032
- Periodo
- Romanico
- Dimensioni
- 49,5 cm di altezza, 31,5 cm di larghezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Abbazia di Nonantola, portaleSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore”, Luca 2:22-24.
Attorno al 1117, Wiligelmo e i suoi allievi lavorarono al portale dell’Abbazia di Nonantola, realizzando il lunotto e probabilmente le due serie di formelle che ornano gli stipiti, commissionate dall’abate Rodolfo. Al Museo Omero si trovano alcune copie di questi capolavori dell’arte romanica.
La “Presentazione di Gesù al tempio” segue “L’Adorazione dei Magi”. La formella rettangolare, alta circa 50 centimetri, è orientata verticalmente e sovrastata da due archetti a tutto sesto. Sotto l’arco sinistro troviamo il sacerdote Simeone, identificabile grazie all’incisione sotto la formella, che tiene in braccio Gesù bambino. Inginocchiato davanti a lui c’è San Giuseppe nell’atto di offrire due colombi, come riporta il Vangelo. In piedi dietro San Giuseppe, sotto l’arco destro, Maria assiste alla scena.
Lo scultore ha posto grande attenzione nella resa dei capelli e delle vesti dei personaggi nonché del piumaggio dei due colombi, sebbene siano visibili solo le loro teste. Gesù sembra fissare il sacerdote, il cui sguardo però, come quello di Maria e Giuseppe, è umilmente rivolto in basso. Come accade in altre formelle, gli archetti sembrano soffocare la scena, facendola apparire più affollata di quanto sia realmente.
Approfondimento
All’origine dell’abbazia vi fu nel 752 una donazione di terre dal re longobardo Astolfo al cognato Anselmo, Santo e fondatore dell’abbazia. Intitolata a San Silvestro, del quale ospita le reliquie, divenne monastero benedettino e luogo di accoglienza e pellegrinaggio. La storia dell’Abbazia è in parte narrata proprio da uno dei due cicli di formelle sul portale. Le formelle sono tutte rettangolari, benché di dimensioni diverse; la maggior parte delle scene descritte sono incorniciate da due archetti a tutto sesto ed orientate verticalmente. Esse si dividono in due sequenze che narrano le storie dell’infanzia di Gesù, le storie dell’abbazia di Nonantola, con particolare riferimento alle figure di Sant’Anselmo, San Silvestro e Sant’Adriano.