Opera: Ragazzo morso da ramarro
Rilievo da dipinto
- Realizzato da
- Massimiliano Trubbiani, PeppeNadia
- Data
- 2015
- Dimensioni
- 66 cm in altezza, 50 cm in larghezza
- Tecnica
- modellazione a mano libera, calco
- Materiale
- resina
- Spazio
- Dipinti
Originale
- Autore
- Caravaggio
- Data
- 1595 - 1596 circa
- Periodo
- Barocco
- Dimensioni
- 66 cm in altezza, 50 cm in larghezza
- Materiale
- colore ad olio su tela
- Luogo
- Firenze, Fondazione di studi di Storia dell'Arte Roberto LonghiSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Tanta manifattura mi era a fare un quadro buono di fiori, come di figure”, Caravaggio.
Nella sezione dipinti è esposta una trasposizione a rilievo del dipinto “Ragazzo morso da ramarro” di Caravaggio, conservato presso la Fondazione Roberto Longhi a Firenze. Il rilievo è stato realizzata dal Museo Omero con la collaborazione del laboratorio PeppeNadia partendo da un calco modellato a mano libera.
Il rilievo permette alle persone non vedenti di comprendere le dimensioni (è alto 66 e largo 50 cm) e le forme del celebre dipinto, benché la tecnica usata implichi che il quadro sia reinterpretato, generando delle inevitabili variazioni rispetto all’originale.
Da un piano neutro emerge al centro la figura di un ragazzo con un vaso di fiori e dei frutti posati davanti a lui, sulla destra. Il giovane è rappresentato nell’atto di ritrarsi urlando, mentre un ramarro nascosto tra le foglie gli morde un dito della mano destra, che egli aveva allungato verso un frutto.
Il ragazzo indossa una tunica che lascia scoperta la spalla destra; i capelli sono mossi, la bocca è aperta e le sopracciglia aggrottate in un’espressione di dolore e sorpresa; la mano sinistra è sollevata e semiaperta, come se il giovane avesse improvvisamente cercato di allontanarla dal ramarro.
Il pittore ha posto grande cura nella resa naturalistica dell’espressione del ragazzo, i cui tratti sono alterati dalle rughe generate dall’emozione improvvisa. La stessa attenzione la si ritrova nella resa dei fiori e dei frutti sul tavolo, cura che è stata trasposta anche nel rilievo, trattandosi di una caratteristica tipica dello stile di Caravaggio.
Il dipinto, eseguito tra il 1594 e 1595, verosimilmente per il cardinale Del Monte, è anche carico di contenuti morali: il piacere dell’allungare la mano per prendere un frutto che si trasforma in dolore; la tematica della vanitas, della precarietà della vita e della giovinezza, simboleggiata dalla rosa appassita nel vaso d’acqua, che contrasta con quella fresca che il giovane ha puntata tra i capelli.