Opera: Ritratto Virile

Copia di scultura

Ritratto Virile (copia in gesso)

Copia

Dimensioni
45 cm in altezza
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Medievale e '400

Originale

Autore
Desiderio da Settignano
Data
XV sec. d.C.
Periodo
Rinascimentale
Dimensioni
45 cm in altezza
Materiale
marmo
Luogo
Firenze, Museo Nazionale del BargelloSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Fu costui imitatore della maniera di Donato, quantunque da la natura avesse egli grazia grandissima e leggiadria nelle teste; e veggonsi l’arie sue di femmine e di fanciulli con delicata, dolce e vezzosa maniera aiutate tanto dalla natura, che inclinato a questo lo aveva, quanto era ancora da lui esercitato l’ingegno dall’arte”, Giorgio Vasari.

Giorgio Vasari così ricorda, nella prima edizione delle sue “Vite”, lo scultore Desiderio da Settignano.

“Ritratto virile” è un bassorilievo di piccole dimensioni (45 centimetri in altezza), di cui al Museo Omero è esposta la copia da calco al vero in gesso alabastrino. L’originale è stato scolpito nel marmo attorno la metà del ‘400 da Desiderio da Settignano. Il rilievo scultoreo è stato ricavato da una lastra di marmo a “lunetta”, un rettangolo su cui si innesta, in alto, un semicerchio. Lo scultore vi ha raffigurato il profilo destro di un uomo di cui non si conoscono le generalità.

L’uomo è ritratto sino alle spalle, la capigliatura è mossa e descritta per ciocche ondulate che incorniciano la fronte spaziosa. Lo sguardo è rivolto avanti a sé, mentre il naso, grazie alla sua accentuata forma aquilina, caratterizza fortemente il viso, insieme al mento leggermente sfuggente. L’uomo indossa solo una giacca, molto semplice nel suo disegno.

L’opera è parte di un gruppo di numerosi lavori simili, per dimensioni e modellato, che Desiderio da Settignano realizzò attorno la metà del ‘400. Sotto l’influsso creativo di Donatello, Desiderio sviluppa un linguaggio plastico che sembra vivere proprio con il variare della luce, dando vita a morbidi passaggi tra luci ed ombre. Lo scultore riesce a definire le sue figure tramite l’utilizzo di un linearismo delicato, che genera forme dolci.