Opera: Testa di guerriero etrusco
Copia di scultura
Copia
- Dimensioni
- 42 cm in altezza, 30 cm in larghezza, 37 cm in profondità
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Deposito
- Itinerante
- Quest’opera fa parte della sezione itinerante.
Originale
- Data
- 550 - 525 a. C.
- Periodo
- Etrusco
- Dimensioni
- 42 cm in altezza, 30 cm in larghezza, 37 cm in profondità
- Materiale
- pietra
- Luogo
- Firenze, Museo ArcheologicoSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“Gli etruschi non furono distrutti, ma furono spogliati della loro essenza… Il sapere degli etruschi divenne mera superstizione, e i principi etruschi diventarono grassi e inerti romani”, David Herbert Richards Lawrence in “Paesi etruschi”.
La Testa di guerriero è una scultura in pietra umbra proveniente da Orvieto, datata tra il 550 e il 525 a.C. Presso il Museo Omero ne è esposta una copia da calco al vero in gesso alabastrino. La massiccia scultura rappresenta una testa di guerriero. Probabilmente era parte, in origine, di un cippo funerario dedicato a un milite di origine etrusca.
La testa è cinta da un elmo da battaglia, che in origine probabilmente aveva una cresta, ora spezzata. L’elemento che suggerisce sua provenienza culturale è il volto: i tratti sono marcatamente stilizzati, spiccano i grandi occhi a mandorla sporgenti, le labbra sottili, inarcate in un sorriso tagliente, il mento e il naso appuntiti. Queste caratteristiche fisiognomiche rimandano ai modelli figurativi tipici della scultura etrusca nella fase detta “Etrusco – Arcaica” (dal 550 al 450 a.C. circa), caratterizzata dalla nascita della scultura in pietra di grandi dimensioni.
La scultura celebrava l’anima di un guerriero defunto: l’arte funeraria prodotta dagli etruschi, soprattutto in questo periodo arcaico, era volta a onorare il defunto con immagini gioiose di vita che esorcizzavano la paura della morte.
La materia usata dallo scultore è un tipo di pietra proveniente dalle zone umbre; la sua asperità al tatto è una caratteristica provocata dagli agenti atmosferici. Gli scultori etruschi utilizzavano varie tipologie di pietra come il nenfro, la terracotta, il tufo, l’arenaria, con i quali costruivano anche i templi e i gruppi scultorei dei frontoni: successivamente, le opere venivano dipinte con colori molto vivaci.