Federica Bertini – Docente Master MANT – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Francesca Colonnelli – Responsabile Associazione Cornelia – Valmontone
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La strada è il luogo di tutti, lo spazio del quotidiano, è la rete che unisce le nostre vite con quelle degli altri, è l’orizzonte inclusivo da cui nessuno può essere escluso: la Street art, che nasce in strada per comunicare alla collettività intera, è libera e gratuita. Tuttavia, essa è effimera per eccellenza, è soggetta alle ingiurie del tempo e al degrado, e spesso, per sua natura, diventa oggetto di operazioni di rimozione forzata, subisce modifiche, viene distrutta dagli stessi artisti o da altri – anche per sbaglio – talvolta viene vandalizzata.
Ne deriva quanto possa essere importante testimoniare, attraverso la scrittura, la fotografia, il video o con qualsiasi altro mezzo di documentazione, queste opere.
Inoltre, la Street art, nata come espressione spontanea e illegale, viene oggi riconosciuta come forma d’arte a tutti gli effetti assumendo, talvolta, una spiccata e dichiarata funzione pubblica e anche di sociale utilità.
A dimostrarlo, negli anni, è stato il proliferare di azioni che hanno coinvolto gli spazi degradati delle periferie e che ora si estende alle realtà provinciali dove, assieme allo scopo di riqualificazione, vi è la volontà – come si evince dal materiale da noi raccolto – di comunicare messaggi che siano connessi alla memoria storica e culturale, tratto distintivo di questi stessi luoghi. Sempre più, gli interventi nelle aree provinciali urbane ed extraurbane rappresentano, infatti, un’opportunità per creare una rete di relazioni, stimolare il turismo e creare veri e propri musei all’aperto.
Il progetto “Street art in Provincia”. Fuori dai grandi centri urbani
Le opere di Street art che insistono sul territorio delle provincie hanno avuto negli ultimi anni un forte impulso, talvolta anche grazie al sostegno delle istituzioni locali.
Il progetto “Street Art in Provincia, nasce proprio con la presa di coscienza del manifestarsi di questo fenomeno. Esso, ideato da Federica Bertini nell’ambito di una ricerca dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, sulla fruizione immersiva e multisensoriale dei beni culturali, ha l’obiettivo di documentare e analizzare le opere di Street art che interessano i comuni e i piccoli borghi e che in questa prima fase si concentra sulla provincia laziale, dove l’identità culturale è molto radicata.
Tra gli ulteriori obiettivi del progetto vi è la volontà di creare percorsi sensoriali per la messa in accessibilità di alcune delle opere analizzate, attraverso la previsione di specifici modelli di schedatura incentrati soprattutto sull’elaborazione della scheda descrittiva tattile-sensoriale redatta sul modello di catalogazione creato da Simonetta Baroni, ausili tiflodidattici (come la stampa di tavole tattili) e contenuti multimediali.
Un primo passo è stato già compiuto grazie al prototipo di tavola tattile elaborato da Francesca Colonnelli, inserito poi nel lavoro “La Street Art nella provincia di Roma. Mappatura, schedatura e database. Un progetto di accessibilità”. Il prototipo dell’opera tattile e della scheda descrittiva tattile-sensoriale ad essa correlata hanno riguardato l’opera Occhio a Polifemo realizzata a Colleferro (Roma) da Mister Thoms nell’agosto 2014.
Fasi del progetto
Dopo una prima individuazione delle opere da analizzare, l’obiettivo è stato quello di creare un sistema di censimento e catalogazione ragionata, che confluirà in un database e da cui deriverà anche un catalogo cartaceo, con un sistema di schedatura che è in linea con le indicazioni nazionali fornite dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Esso tiene conto delle specificità che contraddistinguono le opere di Street art nate nel tessuto provinciale (il rapporto tra gli artisti, i luoghi e le comunità, delle tecniche utilizzate, del degrado).
Ne deriva una mappatura dei luoghi, fruibile online e offline, intesa come strumento di studio e di ricerca ma anche di conoscenza e promozione (come ad esempio, per la creazione di veri e propri musei a cielo aperto da poter inserire in specifici circuiti turistici).
Modello di schedatura per il database
A ricoprire un ruolo di primaria importanza per lo studio proposto è la relazione che si instaura tra l’artista, gli eventuali committenti (pubblici o privati) e i cittadini. È con essi che l’artista entra in forte dialogo, sia in fase di ideazione, che di realizzazione, oltre che è poi ad essi che l’opera deve comunicare e da essi deve essere fruita. È attraverso queste relazioni che gli street artist ripercorrono la storia e le tradizioni locali dei centri extraurbani.
In questa prima fase è stata avviata una campagna sul territorio che ha interessato ben sette comuni laziali: Cave, Colleferro, Valmontone e Zagarolo in provincia di Roma; Fiuggi, Morolo e Paliano in provincia di Frosinone.
Questo tipo di interventi, che rientrano nella categoria di quelli site-specific, acquisiscono dunque una dimensione socio-antropologica.
Questi aspetti diventano quindi parte integrante della descrizione delle opere, dove non basta solamente analizzare la composizione, le figure, gli oggetti, la tecnica ma occorre anche prendere in considerazione gli aspetti antropologici e sociali che hanno determinato le scelte dell’artista.
Si tratta di attribuire a queste operazioni artistiche un valore culturale che va oltre il semplice dato estetico o materico. Infatti, sia che l’artista operi nella legalità o che lo faccia nell’illegalità, l’aspetto della Street art che il progetto intende mettere in luce, è quello di un’arte che si pone in dialogo con le persone e con i luoghi e non da appendere al muro.
Superando, dunque, il solo “criterio estetizzante” e guardando al “valore culturale”, nella scelta del modello di schedatura elaborato per creare il database, sono stati selezionati alcuni campi delle schede destinate all’arte contemporanea, inserendo alcune specifiche nuove voci, oltre ai modelli riferiti ai beni demoetnoantropologici materiali e immateriali.
Per un progetto di accessibilità: la tavola tattile
Parallelamente ai lavori di mappatura e censimento delle opere di Street art, il progetto ha portato alla realizzazione di un primo prototipo di tavola tattile, realizzato grazie alla collaborazione con il Fab Lab di Lazio Innova di Colleferro che ha messo a disposizione l’uso di una macchina laser. L’elaborazione del modello in grafica vettoriale ha previsto l’impiego del software della Laser Cut (Rdworks V8).
La tavola è stata ottenuta partendo dalle forme dell’opera, semplificandole senza tradirne il significato. È stato necessario tenere in considerazione non solo il tipo di immagine rappresentata nell’opera ma anche lo spazio fisico in cui essa si inserisce, materialmente (un’architettura), concettualmente e culturalmente.
Nella scelta del materiale è stato preferito l’utilizzo di una tavola di legno di faggio non trattata. Per favorire la lettura ottimale dell’opera, l’immagine raffigurata è stata scorporata in più livelli, assegnando ad ognuno di essi una priorità nell’esplorazione tattile. Sono state selezionate e provate diverse tipologie di una texture. Il risultato ottenuto è una tavola tattile di contenute dimensioni (30×30 cm), leggera e facilmente esplorabile, dal costo contenuto e pratica nel trasporto.
Sulla tavola sono state riportate informazioni in rilievo braille circa il titolo, l’autore e le dimensioni dell’opera reale.
Questo prototipo rappresenta un ausilio, che accompagnato dalla scheda di lettura dell’opera, è concepito non solo per favorire la fruizione e la comprensione delle opere di Street art alle persone non vedenti o ipovedenti, ma rappresenta anche uno strumento didattico per tutti, volto a rievocare e riattivare i circuiti sensoriali.
L’obiettivo finale, attraverso la mappatura e lo studio delle opere, è quello di creare un percorso di visita ragionato e di ampio respiro, che vedrà coinvolti diversi comuni e che prevedrà la realizzazione di una serie di tavole tattili, ognuna di esse associata ad una scheda di lettura e a contenuti narrativi volti a far conoscere l’opera originaria, ma anche i processi e le relazioni che hanno condotto alla sua realizzazione da parte dell’artista.