Nadine Abou Zaki, presidente Red Oak
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Nell’ottobre del 2018 il nostro sogno è diventato realtà: il National Museum di Beirut ha aperto le porte alle persone non vedenti e con disabilità visive. Le barriere sono state abbattute e il detto “Per favore, non toccare” si è finalmente tramutato in “Per favore, toccare”. L’Associazione Red Oak e il Museo Tattile Statale Omero di Ancona hanno dunque potuto festeggiare l’avvio del loro progetto comune dal nome “Doors. Please Touch”.
Questa avventura è iniziata nel 2017, quando il Museo Omero si stava preparando alla pubblicazione del libro “L’arte contemporanea e la scoperta dei valori della tattilità”, scritto da Aldo Grassini e Andrea Socrati. Sono stata contattata in seguito per introdurre in questo libro la cosiddetta “Please Touch”, una esperienza di scultura interattiva che ho avviato nel 2014 a Beirut. Questa esperienza di scultura è nata a seguito di alcune particolari domande, come: nel nostro odierno mondo digitale, può l’immagine – quindi il senso della vista – rimpiazzare il tatto? L’arte dovrebbe essere limitata solamente ad un’esperienza visuale? Il cercare di trovare una risposta ad esse, mi ha portato a “scolpire” i miei occhi chiusi nel buio. Ho iniziato a chiedermi in che modo la tangibilità potesse adeguarsi alla creazione artistica. Questa esperienza mi ha mostrato come l’arte non abbia a che fare solo con la vista, e anzi, come il toccare le stesse opere possa suscitare emozioni ancora più intense e profonde. Se noi toccassimo per vedere? Nel buio. Nonostante il buio. E se noi riscoprissimo i nostri sensi? Se ridefinissimo insieme i codici dell’arte? È proprio permettendo ai visitatori di toccare le sculture al buio, che li ho invitati a superare il tabù del “Per favore, non toccare” all’interno dei musei, trasformandolo in un “Per favore, toccare”.
E se superassimo i confini? Se aprissimo le “porte” tra il Libano e l’Italia? Mesi dopo, è nata la collaborazione tra l’Associazione Red Oak e il Museo Omero. Insieme, abbiamo avviato il progetto “Doors. Please Touch”, che mira ad agevolare l’ingresso ai musei libanesi ai non vedenti e alle persone con disabilità visive. Il mio recente soggiorno ad Ancona e la visita al Museo Omero hanno potuto solo confermare l’idea che questo partenariato sarebbe stato una grande opportunità per il Libano di essere più innovativo nel campo dell’arte e diventare uno dei pochi paesi al mondo a permettere a tutte le persone – senza alcuna eccezione – di toccare fisicamente l’arte.
L’iniziativa “Doors. Please Touch” sta portando i suoi primi frutti. Negli scorsi sei mesi, il grande impegno della Red Oak insieme a quello del Museo Omero è stato ripagato. Un approccio multisensoriale è stato sviluppato per rendere il nostro patrimonio comune accessibile a chiunque. Oggi, tre musei hanno una collezione di sculture, reperti archeologici, dipinti e mosaici, resa accessibile all’esplorazione tattile e, vicino alle opere d’arte selezionate, è stato anche posizionato del materiale informativo in Braille. In aggiunta, più di 40 operatori culturali e guide sono stati preparati adeguatamente con i migliori mezzi, strumenti, tecnologie e pratiche, per migliorare l’accessibilità alla collezione dei musei ai visitatori non vedenti e con disabilità visive, includendoli dunque alla realizzazione del progetto.
L’iniziativa per i non vedenti e le persone con disabilità visive, che è unica nel suo genere in Libano e nella regione, rappresenta un importante valore aggiunto alle imprese culturali libanesi e promuove il valore sociale ed educativo del nostro patrimonio culturale. Siamo molto grati al Ministero della Cultura Libanese per averci permesso di adottare misure a livello nazionale nel campo dell’accessibilità culturale e all’Istituto Culturale Italiano in Libano per aver supportato il nostro progetto.
Noi crediamo che ogni individuo debba possedere il diritto all’espressione creativa e l’opportunità di prendere direttamente parte all’arte, sia come artista che come spettatore; il nostro intento è dunque quello di aprire a tutti le porte dell’arte. Questo dovrebbe aiutare nello sviluppo delle potenzialità straordinarie del percepire, apprezzare e praticare l’arte e nel fornire a tutti pari accesso al patrimonio culturale.
“Doors. Please Touch” permetterà a tutti noi di riconsiderare la nostra concezione della cecità e dell’arte attraverso l’incontro e lo scambio: “vedremo” la cecità come un superpotere artistico e “guarderemo” l’arte attraverso gli “occhi” dei non vedenti.
Insieme al Museo Omero, vi assicuriamo che questo è solo l’inizio: ci saranno molte altre iniziative del nostro progetto “Doors. Please Touch”.